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IMPIANTI A BIOMASSE

ProtoPower realizza impianti per la produzione di energia rinnovabile attraverso l’impiego di materiali organici, residui di lavorazione agro-forestale e prodotti agricoli.

Tutto nel pieno rispetto dell’ambiente grazie all’utilizzo di tecnologie e processi eco-compatibili.

ProtoPower si occupa di tutti gli step del processo, dallo studio di fattibilità alla progettazione fino alla realizzazione e messa in esercizio degli impianti.

Le principali fasi di questa attività sono:

  • Valutazione dell’investimento e studio di fattibilità; 
  • Ricerca e individuazione sito per l’impianto; 
  • Reperimento materiali e terreni per l’approvvigionamento; 
  • Iter amministrativo/autorizzativo;
  • Realizzazione dell’impianto; 
  • Gestione ed esercizio dell’impianto. 

ProtoPower utilizza nei propri impianti una molteplicità di prodotti agricoli agro-energetici sia coltivati direttamente a tale scopo, sia scarti di lavorazione e/o co-prodotti dei processi di produzione agricola. I cicli tecnologici utilizzati prevedono l’impiego della biomassa solida attraverso la combustione diretta o la produzione intermedia di gas di sintesi (syngas), o della biomassa organica per la produzione di biogas (gas biologico, miscela ricca di gas metano) attraverso un processo di digestione anaerobica.

Questa tecnologia, oltre che contribuire alla riduzione dei gas inquinanti per l’atmosfera, offre una valida opportunità di sviluppo per le comunità locali, in particolare per il settore agricolo, e una valida soluzione al problema dello smaltimento delle biomasse agricole/forestali e degli scarti di lavorazione della filiera agroalimentare e zootecnica. La biomassa è utilizzata per produrre energia elettrica e calore da destinare all’uso quotidiano, a beneficio di privati, aziende e comunità locali, mediante processi di cogenerazione, trigenerazione e teleriscaldamento.

Con le recenti scoperte scientifiche sullo sfruttamento delle biomasse, sono state messe a punto tecniche collaudate per ottimizzare la produzione di elettricità e calore da materiali naturali, quali legna o colture destinate alla produzione di biocombustibili liquidi, come bioetanolo e biodiesel. Contrariamente all'immaginario collettivo, le biomasse sono a pieno titolo fonti di energia rinnovabile in quanto la CO2 emessa dai processi di combustione non rappresenta un incremento dell'anidride carbonica presente nell'ambiente, ma è la medesima che le piante hanno prima assorbito per svilupparsi e che alla morte delle stesse tornerebbe nell'atmosfera attraverso i normali processi degradativi della sostanza organica.

L'utilizzo delle biomasse, dunque, accelera il ritorno della CO2 in atmosfera rendendola nuovamente disponibile alle piante. Attualmente non esiste in Italia una definizione univoca di biomassa. Data l'eterogeneità dei materiali, il campo di utilizzo e la provenienza, la definizione di biomassa assume un significato diverso a seconda dell'ambito di applicazione o della normativa di riferimento. Nell'accezione comune, per biomasse si indica l'insieme dei materiali organici di scarto, prodotti a seguito di attività umane e non più riutilizzabili in successive lavorazioni, ma che conservano un potenziale energetico, tale da poter essere convertito in energia elettrica attraverso opportuni sistemi di valorizzazione (es. termovalorizzazione, processi di digestione etc.).

Il fatto che l'energia dalle biomasse si basi soprattutto sugli scarti di produzione è un'ulteriore vantaggio economico e sociale in quanto il settore riutilizza e smaltisce rifiuti in modo ecologico.

Alla categoria "materiali di scarto", si aggiungono le colture dedicate, ossia campi agricoli destinati alla coltivazione di specie vegetali con caratteristiche chimico-fisiche tali da renderle particolarmente adatte alla produzione energetica. Tra le numerose varietà di piantagioni idonee, si predilige l'uso di essenze vegetali capaci di produrre una gran quantità di biomassa in tempi relativamente brevi e in modo ecosostenibile. Si può trattare di essenze arboree (pini, pioppi, eucalipti etc.) o altre piante a crescita veloce (canna da zucchero, mais, soia, colza etc.). La scelta della specie più adatta verrà valutata sulla base delle disponibilità e caratteristiche dei terreni destinati a tale coltivazione, nonché delle condizioni climatiche del luogo. Il tutto dovrà inserirsi in una filiera agricola capace di fornire risultati soddisfacenti sulle rese energetiche a valle del processo di conversione, sostenendo un costo economico-ambientale accettabile. In funzione della tipologia di biomassa disponibile, la tecnologia più appropriata alla sua valorizzazione energetica sarà scelta tra due grandi famiglie di impianti che sfruttano principi differenti.

- Combustione Diretta:

uso diretto della biomassa come combustibile che per sua natura possiede un alto potere calorifico e basso tenore di umidità (cellulosa e lignina) con sufficienti rese energetiche nel processo di conversione.

- Gassificazione, Carbonizzazione, Pirolosi, Digestione:

processi di ossidazione parziale della sostanza organica che generano sottoprodotti aventi caratteristiche chimico-fisiche che li rendono idonei alla combustione completa nel successivo processo di produzione energetica (biogas, biodiesel etc.).

Le biomasse rappresentano una fonte di energia versatile: la valorizzazione energetica delle biomasse è la risposta ai fabbisogni energetici di molti settori, quali edilizia residenziale, strutture del terziario, trasporti, ed alle esigenze di sostenibilità ambientale.

Le colture oleaginose, per esempio, si stanno diffondendo in Europa per la produzione di biodiesel industriale. Si stima, inoltre, che in Italia potrebbero essere destinati alla riconversione a colture annuali o poliennali, per la produzione di biomassa da destinare alla produzione energetica, notevoli superfici agricole incolte. Dalla fermentazione dei vegetali ricchi di zuccheri, come canna da zucchero, barbabietole e mais, spesso prodotti in quantità maggiori rispetto all'effettivo fabbisogno, si ricava l'etanolo o alcool etilico, che può essere utilizzato come combustibile per i motori endotermici, in sostituzione della benzina. Dalle colture oleaginose (quali girasole, colza, soia) si può ricavare per spremitura il cosiddetto biodiesel. Tramite opportuno procedimento è, inoltre, possibile trasformare le biomasse di qualsiasi natura in BTL (Biomass to liquid), un biodiesel, ottenuto appunto da materiale organico di scarto o prodotto appositamente con colture dedicate.